Oggi si celebra San Giovanni XXIII, tutto sulla sua vita

Oggi la Chiesa celebra San Giovanni XXIII, il “Papa buono”, una figura amatissima che ha segnato in profondità il Novecento.

La sua memoria liturgica cade l’11 ottobre, data scelta non per il giorno della morte, ma per evocare l’evento che lo consegnò alla storia: l’apertura del Concilio Vaticano II, l’assemblea che rinnovò il dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo.

statua san giovanni XXIII
Oggi si celebra San Giovanni XXIII, tutto sulla sua vita (camminoneocatecumenale.it)

In diocesi e parrocchie, a Sotto il Monte (Bergamo) e in molte città italiane e straniere, sono in programma Messe, incontri, letture di brani dalle sue encicliche e iniziative caritative nel suo nome, riflesso di un carisma che continua a parlare alle coscienze.

Angelo Giuseppe Roncalli nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, quarto di tredici figli, in una famiglia contadina di mezzadri. La fede assorbita in casa, fatta di gesti essenziali e lavoro, lo accompagnò al seminario di Bergamo e poi a Roma, dove perfezionò gli studi teologici. Ordinato sacerdote nel 1904, tornò nella sua diocesi come segretario del vescovo Giacomo Maria Radini-Tedeschi: un maestro di carità sociale che lo introdusse alla dottrina sociale della Chiesa e alla concretezza del Vangelo vissuto tra operai, malati, ultimi. In quegli anni insegnò in seminario, promosse la formazione del clero, coltivò un’attenzione speciale per la stampa cattolica.

Durante la Prima guerra mondiale servì come sergente di sanità e cappellano militare, esperienza che temprò la sua sensibilità pastorale e gli fece toccare con mano le ferite delle persone e dei popoli. Nel 1921, chiamato a Roma, divenne direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie: un incarico che allargò i suoi orizzonti ecclesiali e lo rese familiare con la dimensione globale della Chiesa.

San Giovanni XXIII, la sua vita e non solo

Nel 1925 Pio XI inviò San Giovanni XXIII come visitatore apostolico in Bulgaria, primo passo di una lunga stagione diplomatica. Roncalli imparò lingue, culture e, soprattutto, l’arte del dialogo, coltivando relazioni rispettose con le Chiese ortodosse e con le autorità civili. Nel 1935 fu trasferito a Istanbul come delegato apostolico per Turchia e Grecia. In quel contesto, attraversato dalle tensioni della Seconda guerra mondiale, si spese per i profughi e per gli ebrei in fuga dalle persecuzioni, favorendo contatti, visti e transiti sicuri: una diplomazia dal volto umano che resterà la sua cifra.

San Giovanni XXIII, la sua vita e non solo (camminoneocatecumenale.it)

Nel 1944 giunse a Parigi come nunzio apostolico. Nel dopoguerra, con equilibrio e pazienza, accompagnò la ricostruzione ecclesiale in un Paese diviso, divenendo figura rispettata anche oltre i confini cattolici. Nel 1953 Pio XII lo creò cardinale e lo nominò Patriarca di Venezia: la sua prima esperienza da pastore diocesano, a contatto diretto con fedeli e istituzioni, consolidò un profilo di vescovo paterno, accessibile, sorridente. Il suo motto episcopale, “Oboedientia et pax”, riassumeva un programma di vita e di governo.

Alla morte di Pio XII, il conclave del 1958 scelse Roncalli come successore: un uomo di 76 anni, ritenuto da molti un pontefice di transizione. La storia prese tutt’altra piega. Giovanni XXIII, nome scelto in continuità con una tradizione antica, inaugurò un modo nuovo di essere Papa: visite nelle parrocchie romane, incontri con malati e detenuti (celebre il suo ingresso a Regina Coeli, con parole che commossero i reclusi), gesti spontanei, attenzione costante ai piccoli. Il soprannome “Papa buono” nacque dall’evidenza di un’umanità che sapeva farsi vicina, con parole semplici e sguardo luminoso. Rimase famosa l’esortazione alle famiglie: “Tornando a casa troverete i bambini; date loro una carezza e dite: questa è la carezza del Papa”.

Il 25 gennaio 1959, a sorpresa, annunciò il Concilio Ecumenico Vaticano II. Non si trattava di rinnegare la tradizione, ma di “aggiornarla”, aprendo porte e finestre perché il Vangelo respirasse nell’aria del tempo. Il Concilio si aprì l’11 ottobre 1962, tra l’emozione di un mondo che guardava a Roma. Quella sera, affacciandosi a San Pietro, Giovanni XXIII improvvisò il celebre “discorso della luna”, invitando i fedeli a portare ai bambini la sua carezza. Fu il segno di un pontificato che univa fermezza dottrinale e tenerezza pastorale.

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