L’11 ottobre le comunità agrigentine si uniscono a una serata di invocazione per la fine dei conflitti, alla luce del magistero di Leone XIII sul Rosario e della storica preghiera a San Michele Arcangelo
L’Arcidiocesi di Agrigento invita fedeli, parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti a una speciale giornata di preghiera per la pace l’11 ottobre, in un tempo segnato da guerre, tensioni internazionali e ferite aperte nel Mediterraneo.

La proposta — semplice, corale e capillare — nasce dal desiderio di rimettere il Vangelo della pace al centro della vita ecclesiale, facendo memoria di un testimone d’eccezione: Papa Leone XIII, il “Papa del Rosario”, che più volte ha indicato nel ricorso fiducioso alla preghiera mariana e nella supplica a San Michele Arcangelo due vie sicure per sostenere la Chiesa nelle ore difficili e chiedere il dono della concordia tra i popoli.
La scelta della data colloca l’appuntamento nel cuore del mese di ottobre, tradizionalmente dedicato al Rosario proprio grazie all’impulso di Leone XIII, che tra il 1883 e il 1898 dedicò numerose encicliche alla preghiera mariana, invitando i fedeli a recitarla nelle famiglie e nelle comunità per implorare la pace e la salvaguardia della dignità umana. In questa stessa scia spirituale, le parrocchie dell’agrigentino scandiranno la giornata con momenti di adorazione eucaristica, recita del Rosario, lettura di brani del magistero pontificio e intenzioni specifiche per i teatri di guerra, per le vittime dei conflitti, per i governanti e per chi si spende quotidianamente nella diplomazia e nell’assistenza umanitaria.
Preghiera a San Michele Arcangelo
Accanto al Rosario, molte comunità riproporranno la preghiera a San Michele Arcangelo composta da Leone XIII e storicamente legata alle “preghiere leonine” alla fine della Messa. Una supplica breve e intensa, tornata in auge negli ultimi anni, che chiede protezione dal male e invoca la forza della verità e della giustizia. L’Arcidiocesi suggerisce di inserirla al termine degli incontri comunitari dell’11 ottobre, o di affidarla alla preghiera personale di famiglie e singoli, anche in casa, come segno di un popolo in preghiera che si fa rete.

La proposta assumerà uno stile diffuso e partecipato: ogni parrocchia, secondo le proprie possibilità, indicherà orari e modalità, con un’attenzione particolare a giovani, catechisti e famiglie. Le confraternite, i gruppi di spiritualità e i monasteri contemplativi offriranno il loro contributo nella discrezione della preghiera silenziosa, mentre le realtà caritative saranno invitate a collegare l’intercessione con gesti concreti di vicinanza alle persone segnate dalla violenza e dalla povertà. In un territorio come quello agrigentino, che abbraccia anche le isole dell’estremo Sud e conosce in prima persona il dolore delle migrazioni e dei naufragi, l’invocazione di pace si intreccia con il grido di chi cerca salvezza, accoglienza e futuro.
Il filo rosso che lega l’iniziativa al magistero di Leone XIII non è un omaggio d’archivio, ma un criterio di discernimento attuale: il Papa di Carpineto Romano indicò con forza come la pace non sia semplice assenza di guerra, ma frutto di giustizia sociale, rispetto della persona e conversione dei cuori, temi al centro anche della Rerum novarum e delle sue esortazioni sull’ordine sociale. Nel Rosario, Leone XIII scorgeva una “catena dolce” capace di educare lo sguardo alla misericordia e di sostenere i fedeli nelle prove; nella preghiera a San Michele, riconosceva la lotta contro ogni forma di male, individuale e strutturale, che ferisce la convivenza civile. Da qui l’invito, anche per l’11 ottobre, a unire contemplazione e responsabilità, intercessione e impegno quotidiano.
L’Arcidiocesi propone alcune piste comuni, lasciando libertà di adattamento ai territori: valorizzare la Messa feriale con intenzioni per la pace; proporre, dove possibile, un’ora di adorazione eucaristica con il Rosario meditato; concludere con la preghiera a San Michele Arcangelo; invitare le famiglie a un momento di preghiera domestica serale; coinvolgere i giovani con veglie o cammini di luce. Laddove ci sia la possibilità, si favorirà anche la dimensione ecumenica, con l’invito a fratelli e sorelle di altre confessioni cristiane a unirsi nella supplica per la pace.





