La scienza si occupa anche delle cattive abitudini che rendono inefficaci o addirittura dannose le pulizie domestiche.
Basta usare male un prodotto o non rispettare alcune semplici regole dettate dal buon senso per rischiare un pasticcio. Gli errori, anche quando si tratta di pulire casa, sono inevitabili. Ma ci sono alcuni passi falsi che solamente all’apparenza possono essere giudicati come sbagli banali, o tutto sommato innocui. Nel concreto, certe leggerezze rappresentano una reale minaccia per l’igiene.
Capita molto spesso quindi che tutto l’impegno profuso per pulire e igienizzare la casa si riveli alla fine inutile o addirittura controproducente. Invece di pulire, si contribuisce alla diffusione e alla proliferazione di sporco, germi e contaminanti.
La scienza ha per esempio dimostrato come l’usare tanto detergente sia sempre sbagliato, in ogni contesto. Più prodotto si usa e più è difficile assicurarsi una pulizia decente. L’eccesso di detergente può infatti lasciare dei residui che attirano o intrappolano lo sporco, favorendone l’accumulo.
La logica e la meccanica suggeriscono invece che c’è sempre un ordine preciso da assecondare durante le pulizie. In ogni ambiente e con ogni lavoro bisogna partire dall’alto e poi procedere verso il basso. Cominciare dai pavimenti è controproducente. La polvere, infatti, cadrà di nuovo a terra dopo aver pulito mobili e superfici.
Un altro errore comune secondo la scienza che riguarda le pulizie di casa è quello di spruzzare un disinfettante e asciugarlo immediatamente. Anche questo gesto potrebbe sembrare non così grave. In realtà, procedere con troppa fretta secondo la scienza potrebbe vanificare del tutto l’effetto antibatterico del prodotto.
Bisogna quindi far caso al tempo di contatto. Si tratta dell’intervallo temporale minimo di cui il disinfettante ha bisogno per fare effetto. Ogni prodotto deve quindi rimanere sulla superficie per un tot di secondi, altrimenti non potrà agire efficacemente contro batteri, virus e funghi.
Ogni disinfettante rimosso troppo presto non avrà il tempo materiale necessario per distruggere i microrganismi dannosi. Il Regolamento europeo sui biocidi (n. 528/2012) afferma che l’efficacia di un disinfettante dipende da vari fattori, tra cui la temperatura, la concentrazione e, appunto, il tempo di contatto.
Uno studio dell’Università di Bari ha evidenziato come molti dei disinfettanti in commercio appaiano poco utili e spesso inefficaci: evaporano troppo presto, riducendo il tempo di contatto.
Vari test condotti in laboratorio hanno poi dimostrano che una disinfezione efficace richiede almeno cinque minuti di contatto. A seconda del principio attivo, il tempo necessario può allungarsi fino ai dieci minuti.
Disinfettanti come l’alcool etilico al 70% o l’ipoclorito di sodio, cioè con candeggina, per essere efficaci, vanno lasciati agire per almeno cinque minuti.
In generale, occorre pulire prima la superficie da polvere e residui. Poi bisogna applicare il disinfettante in modo uniforme. Se si stanno trattando i sanitari, serve spruzzare ovunque. Poi si deve lasciar agire per il tempo indicato (il prodotto deve segnalarlo chiaramente in etichetta). Passato il tempo di contatto, si può risciacquare e asciugare.
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