Un mistero nel cuore della Toscana Medievale: dodici manoscritti redatti in luoghi diversi e momenti diversi.
Nel cuore della Toscana medievale, tra le città di Firenze, Pisa e Pistoia, si cela un mistero che affonda le sue radici nel tempo. Tra il 1250 e il 1400, dodici manoscritti furono redatti in luoghi e momenti diversi, ma tutti recano segni comuni che sfidano le logiche della trasmissione testuale.
A individuarli è stata la SISMEL – Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino – durante il lavoro di catalogazione di oltre 2.000 codici conservati in più di 50 biblioteche toscane. Da Cortona a Firenze, questi manoscritti sembrano raccontare una storia parallela, fatta di simboli, omissioni e forse verità nascoste. Quale verità rimosse – o volutamente celate – custodisce? Un enigma che, ancora oggi, resiste a ogni tentativo di decifrazione completa.
Fondata nel 1992 a Firenze, la SISMEL – Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino – è una delle principali istituzioni europee dedicate alla ricerca, conservazione e divulgazione della cultura medievale latina. L’associazione si occupa di analizzare testi, catalogare codici, promuovere pubblicazioni scientifiche e realizzare progetti di ampio respiro in collaborazione con archivi, biblioteche e università.
Uno dei suoi progetti più ambiziosi è il Progetto CODEX, nato con l’obiettivo di catalogare e digitalizzare l’intero patrimonio dei manoscritti medievali conservati sul territorio toscano. L’iniziativa ha già censito oltre 2.000 codici medievali, provenienti da più di 50 sedi tra biblioteche, monasteri, archivi privati e pubblici. È proprio nel corso di questo imponente lavoro di catalogazione che sono emersi 12 manoscritti anomali. Sebbene siano stati redatti in epoche e luoghi diversi, questi codici condividono elementi ricorrenti che li distinguono dal resto del corpus: simboli ricorrenti, formule oscure, diagrammi privi di spiegazioni, oppure assenza di attribuzioni canoniche (come l’autore, lo scriba o la datazione esplicita).
Si ipotizza che potrebbero essere legati a correnti spirituali o filosofiche minoritarie, oppure a una forma di sapere alternativo, trasmesso intenzionalmente al margine dei circuiti monastici e universitari tradizionali. Il fatto che nessuno dei manoscritti sia firmato o riconducibile con certezza a un ambiente scriptoriale noto rafforza il senso di mistero che li avvolge.
Di fronte a questi dodici codici anomali, gli studiosi della SISMEL e altri esperti internazionali si sono interrogati su quale potesse essere l’origine e il significato di questi elementi ricorrenti e insoliti. Le ipotesi finora formulate spaziano in diversi ambiti: religioso, filosofico, criptografico e letterario. la più affascinante potrebbe essere quella filosofica. Simboli geometrici, diagrammi concentrici, lettere invertite o costruzioni circolari presenti in alcuni dei codici richiamano iconografie tipiche del neoplatonismo, dell’alchimia o della mistica medievale. È possibile che questi testi siano espressione di scuole di pensiero che cercavano di conciliare il sapere filosofico antico con visioni mistiche e spirituali.
A distanza di secoli, i dodici manoscritti continuano a sfuggire a ogni tentativo di spiegazione definitiva. Che si tratti di frammenti di un sapere perduto, di testi criptati destinati a pochi, o semplicemente di anomalie del tempo, resta il fascino di un mistero che attraversa la storia.
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